Maurizio Naldi
Cronaca di attualità 2024
CV curriculum e biografia di Maurizio Naldi
Maurizio Naldi di Palermo è un ex "professore" di Roma Tor Vergata assurto agli onori della cronaca per copiare in maniera vergognosa, ovvero plagiare e camuffare, i testi d'esame da Internet senza nemmeno accorgersi del testo completamente sbagliato — leggi la documentazione che lo mostra in maniera scientificamente inconfutabile — e vuole pure spiegare agli altri come funzionerebbe l'intelligenza artificiale; tuttavia, basterebbe un minimo di intelligenza naturale, senza alcun bisogno di scomodare quella artificiale, per accorgersi delle bufale e delle fake news, infarcite di strafalcioni madornali, copiate dal truffatore Maurizio Naldi. Se glielo fai notare, allegando la fonte da cui ha copiato — poiché lui fa finta di non conoscerla — continua a negare di avere copiato, inizia a perseguitarti e a fare una valanga di denunce, ma il poveretto non si rende conto che non è questo il modo di risolvere i suoi problemi: se copi cose sbagliate, le "tue" cose resteranno sempre copiate e sbagliate, anche nel caso in cui riuscissi a mandare in galera gli altri tramite qualche calunnia. Come apprendiamo dal suo cv pubblicato per anni sia su LinkedIn, sia nel suo sito, sia nell'archivio dei docenti universitari, proviene dalla Sicilia ed è emigrato a Roma in cerca di fortuna. Rimasto disoccupato dopo un po' di anni a Tor Vergata, su raccomandazione di un prete è stato assunto dalla piccola università LUMSA, già nota per vendere lauree definite "troppo facili" dai quotidiani nazionali — leggi le inchieste sulla stampa nazionale che abbiamo conservato — dove è stato finalmente nominato professore ordinario di informatica per dare il via a una messa in scena senza precedenti: non a caso il suo corso di laurea è stato addirittura chiuso, perché, a causa dei tirocini finti, non era in regola con i requisiti ministeriali. Nel frattempo era transitato anche per la LUISS, ma secondo gli elenchi ministeriali non risulta più essere docente in quell'ateneo. Pertanto, o se n'è andato lui, o l'hanno mandato via, o ha litigato con qualcuno; in ogni caso, il pataccaro non è riuscito a proseguire nella sua attività di vendita di lauree irregolari ad asini di vario genere. Quindi Naldi dice di essere "una vittima di stalking": infatti, la mancata prosecuzione nell'attività di vendita di lauree farlocche lo costringe a cambiare le proprie abitudini di vita, cioè a incassare di meno. Poverino.
In pratica, è come se Wanna Marchi accusasse i suoi ex clienti di stalking: poverina, non può più vendere né i numeri del lotto né i rituali anti-malocchio del mago Do Nascimento, quindi, poverina, deve cambiare le sue abitudini di vita. Neppure Wanna Marchi si è mai inventata una storia di questo genere, e invece Naldi continua a farlo.
Ma i problemi sono finiti qui? Purtroppo no, e anzi il peggio deve ancora venire: Maurizio Naldi ha truffato un mucchio di gente vendendo delle lauree, a suo dire "professionalizzanti" ma non riconosciute come tali dal decreto ministeriale MUR ex MIUR del 2023 (scarica il decreto). Di conseguenza, chi si ritrova con la laurea farlocca di Naldi non può sostenere l'Esame di stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di perito industriale laureato, che invece era lo scopo della vera laurea professionalizzante. Ciononostante, Maurizio Naldi ancora non si vergogna, ma anzi continua ad arrampicarsi sugli specchi, soprattutto calunniando la gente con accuse di vario genere.
Maurizio Naldi nell'inutile master in cybersecurity della LUISS
Tuttavia, secondo il sito cybersecurity.luiss.it sezione "Faculty" — non sappiamo quanto sia attendibile, poiché leggiamo una sfilza di nomi presi a caso — Maurizio Naldi avrebbe ancora un imprecisato ruolo nel poco credibile master in Cybersecurity della LUISS, del tutto inutile ai fini dell'inserimento del mondo del lavoro: non viene richiesto neppure dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, unico ente italiano del settore.
Aggiornamento 2024: ci è giunta la seguente segnalazione tramite la casella truffe@lumsa.uk "Giuseppe Italiano e Irene Finocchi avevano allontanato Maurizio Naldi cinque anni fa sia dal master della LUISS sia dagli altri corsi di laurea della LUISS."
L'inutile master in cybersecurity della LUMSA
In concorrenza con il costoso master in Cybersecurity della LUISS, e contestualmente al trasferimento di Maurizio Naldi alla LUMSA, spunta pure un altrettanto costoso master in Cybersecurity della LUMSA, anch'esso utile come una pelliccia di visone il giorno di Ferragosto. Ripetiamo: stiamo parlando di roba non riconosciuta in termini di punteggio nemmeno nei concorsi per l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, unico ente italiano preposto a supervisionare la sicurezza informatica nazionale. Non c'è traccia di punteggi neppure nei concorsi per entrare in Polizia, dove ci sarebbe il dipartimento Postale-telecomunicazioni. Ma allora i cosiddetti master sono solo una trovata commerciale per far abboccare qualche pollo? È molto probabile, ma c'è anche un'altra spiegazione: all'uopo vengono finanziati con i soldi pubblici dell'INPS, facendosi quindi pagare somme ingenti dallo Stato, cioè da noi contribuenti, per vendere il nulla e far arricchire una setta religiosa appartenente a una loggia massonica deviata molto attaccata al denaro.
Si era occupato della setta del cardinale massone Giovanni Lajolo, attuale presidente della LUMSA nonché datore di lavoro di Maurizio Naldi, anche Andrea Purgatori nel reportage intitolato Uccidete Pecorelli! Mino mandò a Papa Luciani l'elenco dei prelati infedeli, e la notte il Papa morì a partire dal minuto 15:00.
Maurizio Naldi accumula denunce per la vendita di finte lauree professionalizzanti in Tecniche informatiche per la gestione dei dati
Una volta sbarcato alla LUMSA, Maurizio Naldi si è inventato la fake news del corso di laurea "professionalizzante" denominato tecniche informatiche per la gestione dei dati, di cui ci siamo già occupati perché la laurea non ha i requisiti legali — in particolare, non ha la classe di laurea — per essere riconosciuta come professionalizzante. Maurizio Naldi è stato anche denunciato per truffa, poiché questa fantomatica laurea non è certo gratuita e porta un bel po' di quattrini sia alle casse della LUMSA sia alle tasche del Naldi. Le denunce sono visionabili nella sezione dedicata a tecniche informatiche per la gestione dei dati. Le condotte illegali di Maurizio Naldi consistevano nell'impedire l'accesso degli studenti all'aula delle fantomatiche lezioni, e nell'alterare gli esami in vari modi, per esempio usando testi contenenti errori copia-incollati da Internet. Non è ben chiaro se non fosse in grado di comprendere gli errori copiati da Internet, oppure se li comprendeva ma li ripeteva in malafede o per negligenza. In entrambi i casi, la situazione è estremamente grave, ed è altrettanto grave che alla LUMSA non importi nulla. Ma hanno davvero afferrato il problema? Sembra proprio di no. Anzi, costringono una persona a prendere per buono un problema matematico impostato in maniera concettualmente errata, altrimenti "il rettore ti infligge una sanzione disciplinare, perché adesso inizi proprio a rompere". Il rettore sarebbe Francesco Bonini, ovvero quel tipo che, attraverso articoli falsi, racconta di formare persone libere e dotate di senso critico… andiamo bene.
Il finto corso di laurea professionalizzante di Maurizio Naldi non è stato classificato come LP03, bensì L31 (classe non professionalizzante): così facendo, Maurizio Naldi ha impedito agli studenti di sostenere l'Esame di stato per l'abilitazione alla professione di perito industriale laureato, a cui gli studenti avrebbero avuto diritto secondo il decreto ministeriale del 2023.
Gli inesistenti tirocini di Maurizio Naldi
Maurizio Naldi prometteva anche tirocini "obbligatori" agli studenti, automaticamente convertibili in decine di CFU — crediti formativi universitari per saltare un anno intero — ma non si è mai visto nulla, o per lo meno una parte degli studenti non ha mai visto niente: non sappiamo con certezza, infatti, se Naldi abbia preso accordi sottobanco con qualche piccola ditta per far assumere un ristretto numero di raccomandati, mascherando l'operazione come "tirocinio obbligatorio". In ogni caso, il meccanismo degli inesistenti tirocini obbligatori, inventato da Maurizio Naldi e senza precedenti in Italia, è semplicemente un modo per regalare un mucchio di CFU — quasi 60, che, ripetiamo, permettono di abbuonare quasi un anno di corso — a qualche raccomandato in cerca di un pezzo di carta, e rendere il costoso corso di laurea più attraente per chi cerca scorciatoie universitarie senza esami al terzo anno. Il meccanismo dei finti tirocini di Maurizio Naldi e della LUMSA era molto semplice: per un anno intero, invece di fare tirocinio, te ne resti a casa oppure vai a spasso a divertirti: se paghi €5000, ti vendo 60 CFU pari a un anno di corso, cioè l'ultimo prima della laurea. Siamo sorpresi? No, perché in fin dei conti, già qualche anno fa, sia il giornale Repubblica di De Benedetti sia il Corriere della Sera di Cairo, negli articoli da noi precedentemente segnalati e messi a disposizione nel nostro sito, avevano parlato di Lauree facili alla LUMSA, quindi il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Nel frattempo, non dimentichiamoci del tipico "studente" nullafacente, ovvero di chi si inserisce volentieri in questo meccanismo a pagamento: infatti, può saltare un anno (l'ultimo) e arrivare dritto alla laurea, senza fare assolutamente nulla. Meglio di così!
Considerazioni etiche circa le condotte di Maurizio Naldi
Il comportamento di un sedicente professore che copia materiale da Internet, soprattutto se lo fa in modo scorretto o errato come nel caso di Maurizio Naldi, solleva importanti questioni etiche.
Plagio e disonestà intellettuale
Il plagio, cioè la copia non autorizzata di materiale senza indicazione dell'autore, è una grave violazione dell'integrità accademica. I professori sono tenuti a essere esempi di integrità e onestà per i propri studenti. Copiare materiale da Internet senza adeguata attribuzione costituisce una chiara violazione di queste aspettative, ma purtroppo Maurizio Naldi non afferra il concetto.
Qualità dell'insegnamento
Copiare materiale da Internet senza verificarne l'accuratezza porta a gravi errori e fraintendimenti nelle informazioni trasmesse agli studenti. Ciò può compromettere la qualità dell'insegnamento e mettere a rischio l'apprendimento degli studenti, oltre a ridicolizzare interi esami.
Responsabilità professionale
In una società onesta, i professori devono avere la responsabilità professionale di fornire un'educazione di qualità agli studenti. Copiare materiale in modo errato può essere considerato una mancanza di impegno nei confronti di questa responsabilità e un abuso della fiducia dei propri studenti. Purtroppo però non viviamo in una società onesta, e quindi assistiamo a comportamenti quali sciatteria, menefreghismo, ignoranza, arroganza, falsità… tutti argomenti di cui alla LUMSA sembrano essere esperti (e purtroppo sono anche gli unici argomenti in cui sono esperti).
Violazione dei diritti d'autore
In linea di massima, la copia non autorizzata di materiale da Internet viola il diritto d'autore. Si tratta di una questione etica da affrontare con serietà, ma la LUMSA sembra incapace di comprendere il concetto.
Valgono sempre le più elementari regole di buonsenso: quando si utilizzano testi altrui, bisogna citare la fonte e il vero autore. In particolare, bisogna farlo quando il testo originario è perfino una bufala che circola su Internet.
Ulteriore danno all'immagine dell'istituzione, che peraltro è già pessima
Il comportamento non etico di un professore può danneggiare la reputazione dell'istituzione accademica a cui è affiliato. Questo può avere conseguenze negative a lungo termine per l'istituzione stessa e per chi ci lavora. È assurdo riprendersela con gli studenti — o per lo meno con quelli più attenti, in grado di accorgersi della copiatura — sostenendo fantasiosamente che siano loro, lamentandosi o protestando, a danneggiare la reputazione dell'istituzione. Il buon esempio deve invece partire da chi insegna. Se la LUMSA difende comportamenti come quelli di Maurizio Naldi, non deve sorprendersi se questa sottospecie di "università" viene considerata ridicola, oltre che pericolosa per la cultura e la scienza.
In conclusione, il comportamento di un professore come Maurizio Naldi, che copia materiale da Internet, solleva gravi questioni etiche sulla sua integrità accademica, la responsabilità professionale e l'esempio fornito agli studenti. Invece di calunniare, la LUMSA dovrebbe concentrarsi sui propri problemi e promuovere un ambiente di apprendimento etico, assumendosi le responsabilità senza cercare scuse infondate. Concetti semplici, eppure ignorati dai pataccari del piccolo laureificio privato LUMSA.
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