Roberto Zannotti

Cronaca di attualità 2024

Roberto Zannotti è un avvocato che fa da portavoce all'anziano massone Giovanni Lajolo, iniziato alla massoneria il 27/7/1970 con numero di matricola 2/1397 come riportato dal giornalista Mino Pecorelli (scarica il suo articolo), successivamente ucciso a pistolettate per avere rivelato queste vicende. Secondo Pecorelli — ma anche secondo Andrea Purgatori, come abbiamo visto nella sezione dedicata al rapimento di Emanuela Orlandi — Lajolo era uno dei membri della loggia massonica deviata che faceva da collegamento tra il Vaticano e la P2 del maestro venerabile Licio Gelli. Lajolo ha poi incaricato Zannotti di tutelare dal punto di vista legale il commercio di lauree illegali e prive del tirocinio obbligatorio per legge. Si veda, per esempio, la laurea fantasma in tecniche informatiche per la gestione dei dati chiusa per motivi giudiziari: povero Zannotti, non è riuscito a mantenere in piedi questa truffa. Tuttavia, conoscendolo, siamo pronti a scommettere che ci riproverà in futuro.

Oggigiorno, godendosi la pensione e non sapendo più come ammazzare il tempo, il massone Lajolo, tramite Roberto Zannotti, si diverte a truffare la gente tramite esercizi di matematica completamente sbagliati e infarciti di strafalcioni madornali, calunniando i truffati con denunce farlocche al fine di raccattare soldi vendendo finte lauree professionalizzanti in tecniche informatiche per la gestione dei dati, non riconosciute ai fini dell'accesso alla professione perché irregolari, all'interno della piccola università privata LUMSA, ovvero una sorta di tipografia dove vengono stampate lauree ridicole a pagamento per quei pochi asini che proprio non riescono a laurearsi altrove. Se paghi un po' di soldi a Lajolo, ti vendono il benedetto pezzo di carta con scritto "LUMSA": te lo benedice pure il cardinale massone Lajolo… meglio di così! D'altro canto, chi invece si rifiuta di farsi truffare e plagiare dalla setta della LUMSA, viene perseguitato a vita da Lajolo e Zannotti, tipicamente tramite calunnie giudiziarie nei confronti di chi ha l'unica colpa di non appartenere alla loggia massonica di Giovanni Lajolo, dettagliatamente descritta da Pecorelli. Con il modo di fare tipico dei culti distruttivi, la setta di Lajolo e Zannotti si accanisce con ferocia contro chi viene percepito come un ostacolo al loro progetto di egemonia. Si pensi, per esempio, a quale fine hanno fatto fare al giornalista Pecorelli: https://www.raicultura.it/storia/accadde-oggi/Ucciso-il-giornalista-Mino-Pecorelli--25db9d4e-a812-435c-808a-4521e7fc1020.html

Ai tempi dell'omicidio di Pecorelli non esisteva il reato di stalking. Oggi invece esiste, e questa è una manna dal cielo per Zannotti: infatti, anziché uccidere una persona, è sufficiente calunniarla, accusandola di stalking tramite qualche denuncia farlocca — il noto "metodo Zannotti" — in modo da rovinare la vita al malcapitato di turno senza nemmeno bisogno di ucciderlo. In pratica, Zannotti fa stalking sfruttando proprio la normativa italiana sullo stalking: un capolavoro giuridico.

Il massone Lajolo ha ormai superato la veneranda età di novant'anni. Viene quindi da chiedersi: Lajolo è davvero interessato a calunniare la gente a destra e a manca con il pretesto dello "stalking", oppure non ne è affatto a conoscenza? Nel secondo caso, si tratterebbe di un semplice prestanome sfruttato da Roberto Zannotti, ma soprattutto dal discusso Francesco Bonini di cui ci siamo già occupati nella sezione dedicata alle fake news della LUMSA. In pratica Bonini e Zannotti utilizzano Lajolo, in difficoltà sia fisica sia intellettiva a causa dell'età molto avanzata, per firmare denunce e contratti che in realtà appartengono a loro due, e di cui il firmatario non è pienamente consapevole: qualcuno potrebbe chiamarla circonvenzione d'incapace.

In ogni caso, Roberto Zannotti, asservito al dio denaro per arricchire la setta LUMSA del massone Lajolo, non sa affrontare la dura realtà: il laureificio LUMSA è ormai stritolato dalla concorrenza agguerrita di molte altre università, sia tradizionali sia telematiche, rendendo sempre più difficoltoso lo smercio di costosi pezzi di carta che per tanti anni sono stati venduti a nullafacenti di vario genere. Se i soldi non entrano più, come faranno a mantenere tutti gli enormi immobili di lusso in loro possesso? Pertanto, hanno dato il via a vistose campagne pubblicitarie, scrivendo "Università LUMSA" anche sui cartelloni dello Stadio Olimpico durante il derby, dove giocano pozzi di scienza come Ciro Immobile o Gianluca Mancini — per non fare torti ne abbiamo preso uno della Lazio e uno della Roma — che a scuola avevano la media del 4: trattasi proprio dei modelli culturali preferiti da Zannotti, cioè gli stessi di cui più di vent'anni fa si serviva il CEPU di Polidori. La LUMSA, quindi, prova a scimmiottare gli stessi cartelloni pubblicitari adottati qualche decennio fa dal CEPU: in fin dei conti, se per CEPU hanno funzionato, potrebbero funzionare anche per la LUMSA.

Allo stesso tempo, Roberto Zannotti è impegnato a portare avanti la ridicola baracca della scuola di specializzazione per le professioni legali della LUMSA, attualmente in gravi difficoltà economiche dovute alla scarsità di clienti. Da quanto ci risulta, un paio di nomi discretamente importanti hanno preferito darsela a gambe, tra cui un magistrato che conosciamo molto bene.

Infine, abbiamo ricevuto un'email in cui ci viene riferito che questo Roberto Zannotti raccatta un po' di altro denaro facendo occasionalmente il promotore di giustizia vaticano. Ma quando si parla di promotore di giustizia vaticano, viene subito in mente l'ondivago Alessandro Diddi, noto negli ambienti romani sia per essere l'avvocato di criminali e avanzi di galera di vario genere (Buzzi, Tarantini ecc.) sia per remare contro le richieste di Pietro Orlandi, tipicamente raccontando che "non c'è fretta, perché tanto in Vaticano le indagini possono essere anche infinite, non esistendo limiti temporali come in Italia". E in effetti, da più di quarant'anni, nessun esponente religioso o laico del Vaticano (inclusa l'accoppiata Diddi-Zannotti) ha mai fatto nulla di concreto per accertare la verità su Emanuela Orlandi. Come se non bastasse, il promotore di giustizia vaticano protesta per l'esistenza della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, definendola "un'ingerenza dello stato italiano in quello vaticano". Ma certo, povero stato vaticano e povero promotore di giustizia… sono vittime delle ingerenze dello stato italiano. Stiamo quindi parlando proprio di quei tipi loschi che insabbiano la torbida vicenda della scomparsa di Emanuela e ancora non hanno compreso il significato della parola vergogna. Delinquenti!

In conclusione, l'imbroglione Roberto Zannotti calunnia e fa calunniare cittadini onesti per guadagnare soldi sporchi vendendo lauree farlocche. Ma questo passa in secondo piano, perché il vero problema è il suo silenzio ostinato quando dovrebbe parlare e chiarire questioni importanti come il rapimento di Emanuela Orlandi. Ci troviamo di fronte a una cricca di individui viscidi, che non si vergognano di vivere nell'omertà. Con quale faccia vanno ancora in giro? Personaggi come Zannotti non hanno un briciolo di dignità umana.

Lo striscione che Roberto Zannotti non vuole leggere