Francesco Bonini e il master in giornalismo della LUMSA
Francesco Bonini, opinioni e recensioni online sul master in giornalismo pubblicitario delle fake news della LUMSA
Se vi state chiedendo cosa sarebbe il master in giornalismo pubblicitario delle fake news della LUMSA, che tra l'altro costa più di 20.000 euro, continuate a leggere, ma possiamo subito anticiparvi che è una specialità in cui la LUMSA eccelle a livello internazionale — e purtroppo è anche l'unica.
Riceviamo e pubblichiamo:
Sul sito di Repubblica ho visto il rettore Francesco Bonini che dice "Formiamo persone libere e dotate di senso critico" "perché abbiamo risultati eccellenti e sopra la media". Ma è vero, o per caso è una fake news della LUMSA? (Lettera firmata)
Oltre ai classici annunci su Google e Facebook, oppure su cartelloni pubblicitari per strada, Internet è piena di articoli a pagamento in cui la LUMSA si fa pubblicità, occasionalmente aggiungendo interviste concordate con Francesco Bonini. In realtà non è ben chiaro se le interviste siano vere o inventate di sana pianta, ma non ha importanza. Abbiamo l'impressione che Lei si riferisca a LUMSA fra tradizione e innovazione, ovvero un articolo online che termina con l'elenco completo delle date dei finti test per l'iscrizione alla LUMSA (di cui ci siamo già occupati) perché non bisogna lasciarsi sfuggire questa opportunità irripetibile. Caspita, più pubblicitario di così! Ma non c'è limite al peggio: la stessa giornalista, lo stesso giorno, alla stessa ora, e perfino allo stesso minuto — le 00:01 del 21/3/2022 — ha scritto un secondo articolo online sulla LUMSA, questa volta intitolato Didattica e servizi di alta qualità: l'offerta formativa dell'Università LUMSA in cui, tanto per cambiare, vengono dettagliatamente descritte le modalità d'iscrizione. E pensate che sia finita qui? No, perché la stessa persona, nel 2023, pubblica un altro articolo pubblicitario, intitolato Università Lumsa: risultati eccellenti e sopra la media, nel cuore della Città Eterna: ridicolo! Si noti che la scelta del sito di Repubblica non è casuale, perché Repubblica aveva pubblicato, anche sul giornale cartaceo, un (vero) articolo intitolato Lauree facili, ora scatta l'inchiesta che riguardava alcune università non statali, tra cui la LUMSA. In realtà, non è l'unico articolo in cui si parla di lauree facili, perché Repubblica si è occupata più volte della LUMSA, descrivendo alcuni degli aspetti oscuri di questa organizzazione. La LUMSA, quindi, sta commissionando articoli telematici pubblicitari a pagamento, a volte presentati come "interviste al rettore", al fine di occultare, nel mucchio dei risultati dei motori di ricerca, lo scomodo articolo di Repubblica sulle lauree facili vendute a Roma. Ogni tanto vengono aggiunte anche delle finte opinioni o recensioni, che in realtà non sono state scritte da nessuno studente! Infatti, la LUMSA se le scrive da sola: si veda il finto articolo online intitolato Università Lumsa: risultati eccellenti e sopra la media, nel cuore della Città Eterna che racconta quanto sarebbe prestigiosa la LUMSA… peccato solo che non sia vero niente. Anche in questo caso, vengono elencate tutte le date per l'iscrizione ai finti test d'ingresso della LUMSA. Pertanto, ci chiediamo: la LUMSA insegna questi vecchi trucchetti da spammer nei prestigiosissimi corsi di laurea in scienze della comunicazione e digital marketing, o al master in giornalismo che costa più di €20.000, o ai master finanziati con i soldi pubblici dell'INPS, cioè di tutti noi? Molto probabilmente sì, ed evidentemente pensano che noialtri siamo talmente idioti da non riconoscere un articolo sponsorizzato o un redazionale. Come se non bastasse, il Bonini ha perfino tentato più volte di intimidirci, anche per via giudiziaria, allo scopo di far rimuovere-censurare questa pagina: proprio così, perché lui ci tiene a "formare persone libere e dotate di senso critico". Pertanto, dalla LUMSA continuano a minacciare querele per diffamazione ecc. perché "Non è vero niente: gli articoli non sono sponsorizzati". Ah sì? Allora cambiamo sito, e da Repubblica passiamo a TGcom24-Mediaset. Troviamo un altro articolo, caratterizzato dai consueti toni enfatici e auto-celebrativi, che sbrodola la stessa pappardella. Guardate cosa appare:
La LUMSA e Francesco Bonini vengono a raccontarci che il telegiornale parla dei loro "successi" — non si capisce di preciso quali, ma sorvoliamo — e invece è una banale pagina pubblicitaria a pagamento. Mediaset lo ha pure scritto: CONTENUTO SPONSORIZZATO
Spacciarlo per un articolo di giornale autentico e non sponsorizzato è a tutti gli effetti pubblicità ingannevole. Ovviamente il discorso vale anche per tutti gli altri articoli successivi, anche se, fortunatamente, abbiamo notato che nel corso del tempo è costantemente diminuito il numero di giornali o siti che si presta a propalare le fake news della LUMSA. Resta solo qualche caso isolato alla disperata ricerca di entrate pubblicitarie, tra cui Avvenire dei vescovi, di cui ci siamo già occupati.
Inoltre, nel sommario dell'articolo da Lei segnalato, si afferma che la LUMSA è "aperta all'Europa e al mondo, con gli accordi di scambio, i progetti, i corsi di laurea e i dottorati internazionali". Continuano forse a prenderci per fessi? Purtroppo sì: infatti abbiamo visto precedentemente che, nel famigerato corso di tecniche informatiche per la gestione dei dati, l'Erasmus non è mai stato consentito. Relazioni internazionali con il nulla cosmico, o più semplicemente fake news.
E non finisce qui, perché nella sezione sulle lauree troppo facili vendute dalla LUMSA ci siamo occupati anche di altri articoli pubblicitari apparsi su Repubblica: tutte fake news a pagamento.
Potremmo andare avanti con decine di altri esempi, ma ci siamo annoiati, anche perché Bonini, che è culturalmente ignorante, mostra di non avere le idee ben chiare su cosa sia davvero "una persona libera e dotata di spirito critico". Per lui, essere "liberi" significa scrivere opinioni e recensioni finte oppure a pagamento. Pertanto, gli consigliamo la lettura del capolavoro di Bertrand Russell intitolato The Value of Free Thought. How to Become a Truth-Seeker and Break the Chains of Mental Slavery, che però non è mai stato tradotto in italiano, quindi non sappiamo se sia in grado di comprenderlo o meno. Peccato: quella lettura gli avrebbe fatto bene.
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