Cardinale massone Giovanni Lajolo ed Emanuela Orlandi forum

Caso Emanuela Orlandi: Giovanni Lajolo, ex governatore delle finanze vaticane e attuale presidente della LUMSA, continua a non parlare

La LUMSA si oppone alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, provando senza successo a nascondere i nomi di chi ricopriva incarichi apicali in Vaticano all'epoca del rapimento. Tra costoro non ci si può dimenticare del massone Giovanni Lajolo nato a Novara il 3/1/1935 e attuale presidente della LUMSA, ovvero l'anziano cardinale ordinato presbitero dal losco individuo Ugo Poletti e iniziato alla massoneria nel 1970 (fonte: scarica l'articolo del giornalista Mino Pecorelli). Giovanni Lajolo, oggi, si dedica a tempo pieno alla propria setta massonica, perseguitando coloro che non ne fanno parte. Perché etichettiamo Poletti come "losco individuo"? Semplice, perché è passato alla storia per avere autorizzato per iscritto, con "speciale dispensa", la vergognosa sepoltura nella cripta della basilica di Sant'Apollinare in Roma del sanguinario boss della banda della Magliana — nonché uno dei presunti sequestratori di Emanuela Orlandi — Enrico De Pedis detto Renatino. Poletti, che era presidente della CEI e cardinale vicario di Roma, scrisse una lunga lettera in cui elogiava De Pedis, sostenendo che fosse "un grande benefattore dei poveri e dei sacerdoti". In pratica è come affermare che Osama Bin Laden è stato un grande pacifista. Di conseguenza, il Vaticano si è adoperato per traslare la salma di De Pedis dalla tomba di famiglia sita nel cimitero monumentale del Verano — non proprio una tomba per morti di fame… — al fine di sistemarla in un luogo di culto di proprietà della Santa Sede, in mezzo alle reliquie di alcuni santi di qualche secolo fa. Si noti che la traslazione di una salma dal Verano al Vaticano è un trattamento che non è mai stato riservato neppure ai santi più importanti della storia bimillenaria della Chiesa cattolica romana. Perfino i papi non possono essere sepolti lì: anche per loro serve la "speciale dispensa", che però è stata concessa solo al boia della Magliana, a dimostrazione della sinergia tra Vaticano e mafia. Nel frattempo, la salma di De Pedis è stata nuovamente spostata, ma solo dopo che il figlio di un ex guardaspalle del boss spifferò tutta la vicenda alla trasmissione Chi l'ha visto attraverso un messaggio audio in segreteria telefonica (ascolta) sollevando un sacrosanto polverone mediatico. Racconta un mucchio di fesserie, quindi, chi sostiene che il Vaticano "ha sempre collaborato" per togliere De Pedis dalla cripta riservata ai santi: se infatti lo scagnozzo non avesse telefonato a Chi l'ha visto, De Pedis starebbe ancora lì! La sorella di De Pedis, tra l'altro, rivuole indietro i soldi — un miliardo delle vecchie lire — che il fratello avrebbe pagato per ricevere questo "servizio extra lusso". Qualcuno ha pure iniziato a sospettare che, assieme al corpo di De Pedis, ci fosse il corpo di Emanuela Orlandi, anche se entrambi sarebbero ormai ridotti a ossa; purtroppo, non ci risulta che sia stato eseguito il test del DNA sulle ossa ritrovate sotto la salma di De Pedis, frettolosamente ritenute tutte "napoleoniche", per escludere che fossero presenti frammenti di ossa di Emanuela Orlandi. Lajolo, che lavorava in Vaticano già ai tempi del rapimento Orlandi, in vita sua non ha mai collaborato con la giustizia per fare chiarezza sul rapimento di Emanuela o sui conti della Banda della Magliana accesi presso la Banca del Vaticano. Ricordiamo, infatti, che tra i tanti incarichi ricoperti da Giovanni Lajolo sotto il papato di Giovanni Paolo II, ci sono quelli di Amministratore del patrimonio della Santa Sede (1988), Governatore delle finanze vaticane (2006) e diplomatico del Vaticano per due volte. Ciononostante, Lajolo si è sempre mantenuto nell'ombra, e non si è fatto intervistare neppure nel recente documentario di Netflix su Emanuela Orlandi, intitolato Vatican girl. In pratica, nell'arco dei decenni non ha mai proferito mezza parola, al contrario del predetto guardaspalle del boss, che almeno ha parlato: lo ha fatto dopo trent'anni, ma non è mai troppo tardi. Oggi, invece, Giovanni Lajolo viene presentato come presidente della LUMSA, sebbene non lo si veda mai in giro da quelle parti, fatta eccezione per una sola volta all'anno, che può essere l'inaugurazione oppure una messa a Natale. Ci auguriamo non sia un prestanome, specialmente quando si tratta di denunciare la gente comune: viene infatti il sospetto che dietro l'ormai novantenne Lajolo si nascondano altri burattinai, molto abili nel celare i propri nomi usando Lajolo come paravento.

Secondo il giornalista Mino Pecorelli, poi assassinato, Giovanni Lajolo entrò in massoneria tramite rituale di iniziazione avvenuto il 27/7/1970 con numero di matricola 2/1397 (scarica l'articolo di Pecorelli); Pecorelli ci informa che lo stesso anno fu iniziato alla massoneria pure don Pietro Vergari (matricola 3241/6), anche detto Piero, che era proprio il rettore della basilica di Sant'Apollinare quando vi è stato sepolto il boss De Pedis, nonché colui che ha formalmente chiesto a Ugo Poletti la speciale autorizzazione per seppellire De Pedis in mezzo alle reliquie dei santi di qualche secolo fa.

Se ne era occupato anche Andrea Purgatori nel reportage intitolato Uccidete Pecorelli! Mino mandò a Papa Luciani l'elenco dei prelati infedeli, e la notte il Papa morì a partire dal minuto 15:00. Purgatori, sulla base dell'inchiesta già condotta da Pecorelli, inquadra la loggia di Giovanni Lajolo all'interno di una branca deviata della massoneria avente funzioni di collegamento tra la P2 del maestro venerabile Licio Gelli e lo stato della Città del Vaticano.

Dopo essersi fatto le ossa nell'organizzazione massonica vaticana che operava in contatto con il maestro venerabile Licio Gelli, Giovanni Lajolo, dopo la morte di Gelli, ha infine deciso di mettersi in proprio, creandosi una setta tutta sua che oggi conosciamo con il nome di LUMSA.

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Qui sopra, vi consigliamo di guardare l'interessante sintesi di un intervento dei giornalisti Andrea Purgatori ed Emiliano Fittipaldi circa la sepoltura del boss De Pedis nella summenzionata basilica di proprietà del Vaticano, che — solo per coincidenza? — è la stessa da cui è scomparsa Emanuela Orlandi. Infatti, Emanuela Orlandi è scomparsa a Roma proprio di fronte alla Basilica di Sant'Apollinare, dove poi è stato sepolto De Pedis. Ricordiamo che, successivamente, il Vaticano ha processato anche lo scomodo Fittipaldi usando altri pretesti e pensando, come al solito, di avere il coltello dalla parte del manico, ma ha fatto un buco nell'acqua. Inoltre, Purgatori, che è venuto a mancare nel 2023, è stato bersaglio di boicottaggi di vario genere da parte del Vaticano. Per la verità, è stato boicottato anche dalla LUMSA, che guarda caso non l'ha mai invitato, e anzi lo definisce uno "sceneggiatore" anziché un giornalista.

Importanti domande al cardinale Giovanni Lajolo riguardanti le denunce e il rapimento di Emanuela Orlandi

Cardinale Giovanni Lajolo, in qualità di rappresentante legale della setta massonica della LUMSA, sei al corrente del fatto che oggigiorno denunci comuni cittadini presi a caso? Perché denunci persone che non conosci e non hai mai neppure sentito nominare, riguardo storie inventate di cui non hai esperienza diretta perché le hai solo sentite raccontare alla svelta? Nella vita non hai niente di meglio da fare che perseguitare chi chiede il rispetto della legalità? Vergognati, ammesso che tu sappia cosa sia la vergogna.

Giovanni Lajolo, puoi spiegarci perché, nonostante le denunce che fai a casaccio spinto dalla sete di denaro della tua setta, non ti sei mai presentato da nessuna parte per dire qualcosa — anche a tua difesa, se non c'entri nulla — sulla vicenda gravissima della povera Emanuela? Denunci comuni cittadini ma non denunci chi ha partecipato al rapimento di Emanuela Orlandi? Considerando il ruolo, che avevi all'epoca, di presidente del Consiglio degli affari pubblici della Santa Sede prima, e di Amministratore del patrimonio della Sede apostolica poi, il tuo contributo potrebbe invece essere molto importante. Nessuno ti sta accusando di essere coinvolto nel rapimento; per esempio, potresti semplicemente dire "Sono assolutamente certo che i conti bancari di Enrico De Pedis accesi presso lo IOR, ed eventuali ritorsioni di De Pedis a seguito della mancata restituzione delle ingenti somme di denaro che aveva depositato, non c'entrano niente con il rapimento di Emanuela Orlandi". Perché ti rifiuti di dirlo? Sarebbe utile smentire anche le voci secondo cui Emanuela Orlandi fosse la figlia del papa, o addirittura che fosse rimasta incinta del papa durante alcuni festini in cui si commettevano abusi su minori. Precisiamo che, al contrario del cardinale Lajolo e dell'ondivago papa Bergoglio, noi ancora ci diamo da fare affinché Emanuela Orlandi venga ritrovata viva, e non ci arrendiamo all'idea che sia morta per colpa dell'omertà di questi figuri e dei loro predecessori. Bergoglio ha detto a Pietro Orlandi che «Emanuela è volata in cielo»: se il papa è sicuro di quello che dice, perché non fornisce spiegazioni al fine di chiarire la vicenda, anziché liquidarla con un commento laconico?

Vuoi portarti i segreti nella tomba, come ha fatto l'ex parroco della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, che non solo ha sempre taciuto sull'omicidio di Elisa Claps — di cui occultava perfino il cadavere nel sottotetto della chiesa stessa — ma ha pure fatto in modo che il serial killer Danilo Restivo, attualmente rinchiuso a vita in un carcere inglese di massima sicurezza dove sta scontando l'ergastolo, andasse a commettere altri efferati omicidi? «Non si preoccupi: lei non uscirà mai di prigione», disse a Restivo il giudice inglese che lo condannò al carcere duro: questo giudice è un esempio di vero santo; non certo chi, in Italia, continua a tacere di fronte a reati gravissimi e sfoga le sue frustrazioni omertose su persone innocenti e ignare.

L'anziano massone Giovanni Lajolo vuole farci credere che Emanuela Orlandi sia morta, ma il corpo della povera Emanuela non è mai stato ritrovato da nessuna parte. Attendiamo risposte, o da Giovanni Lajolo o dai suoi collaboratori, tra cui il losco Roberto Zannotti, molto bravo a darsi da fare per celare le ormai note truffe della LUMSA, ma sempre muto quando si tratta di parlare del caso Orlandi.

Citazioni che fanno riflettere sul caso di Emanuela Orlandi

Non smetteremo mai di cercare mia sorella

Lo dice Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi e coordinatore del comitato per il ritrovamento di Emanuela.

Il silenzio li ha resi complici

È una frase di Jorge Mario Bergoglio — che però sta pure lui zitto — successivamente portata all'attenzione mediatica da Pietro Orlandi. Per approfondimenti, vedere il video qui sopra.

Non dire falsa testimonianza

È un comandamento biblico (Es 20,16) che il sopracitato cardinale massone Giovanni Lajolo mostra di non mettere in pratica. Non lo mettono in pratica neppure i suoi galoppini che vendono lauree finte per raccattare qualche soldo: Francesco Bonini, Roberto Zannotti ecc.

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